Anna Freud (Vienna, 3 dicembre 1895 – Hampstead, 9 ottobre 1982) è una psicoanalista austriaca molto celebre nella storia della psicoanalisi. Le teorie di Anna Freud hanno rivoluzionato il modo di fare terapia con i bambini. Figlia di Sigmund Freud e ultima di sei figli. Fin da bambina poco considerata e accudita dai genitori. La madre appena dopo la nascita, parte per una vacanza e il padre era sempre molto impegnato nella sua attività di medico.
Attaccamento di Anna Freud
Anna a causa dell’assenza dei suoi genitori non instaura un legame di attaccamento con loro, ma con una bambinaia che si occupava di lei e dei suoi fratelli fino alla scuola primaria. Questa dinamica era molto comune al tempo dove il ruolo genitoriale era più che altro istituzionale.
Anna provò un forte senso di abbandono da parte del padre, dopo la morte del nonno. Il padre, infatti, venne assorbito dal lutto e dedicò sempre meno tempo alla bambina. Questo fattore la portò a sviluppare problemi di balbuzzii.
Diventata ormai grande decise di intraprendere la strada del padre, ovvero la psicoanalisi, per sperare in un po’ di attenzione da parte del sua.
La sorella più piccola di Anna muore e questa perdita scosse terribilmente sia il padre che lei.
Vita amorosa
A diciott’anni Anna riceve una proposta di corteggiamento. Il padre però sostiene che la relazione l’avrebbe distolta dal suo studio della psicoanalisi. Al contrario, ben presto la psicoanalisi diventò il perno della sua relazione amorosa.
Lavoro
Durante la Prima guerra mondiale, viene spinta dal padre a portare i costrutti psicoanalitici nel lavoro di educatrice. Inizia quindi a portare il suo lavoro negli istituti di bambini orfani. Questo lavoro le permette di applicare i costrutti psicoanalitici alla crescita di gruppo di questi bambini e alla deprivazione genitoriale. Scrisse un libro sulle conseguenze della separazione dei bambini dai genitori.
Salute mentale
Tra l’adolescenza e la prima età adulta Anna soffre di forme depressive. È proprio il padre ad occuparsi della sua salute mentale, facendole un’analisi.
Teorie Anna Freud: contributi psicoanalitici
L’oggetto principale delle teorie di Anna Freud sono le teorie dell’io e le misure difensive che vengono messe in atto per proteggersi dall’angoscia. L’angoscia deriva dal super-io, dalla realtà e dalla forza pulsionale.
Costrutti teorici: teorie Anna Freud
Secondo Anna Freud non si può svolgere un lavoro psicoanalitico sui bambini perché il loro super io è troppo fragile e ancora non ben formato. Le difese nei confronti del super-io, ovvero le nevrosi degli adulti, derivano da proibizioni che l’istanza super egoica pone e dal controllo dei desideri pulsionali. Anna descrive i nuovi meccanismi di difesa, non ben descritti dal padre. Questi meccanismi riguardano il contrasto tra aspetti personali e la visione super egoica.
Meccanismi di difesa
- Ascetismo: l’ascetismo è un meccanismo di difesa dove l’individuo rinuncia e nega i suoi desideri e le sue pulsioni, attraverso uno stile di vita austero e auto-controllato. Es. una persona che evita il piacere, cercando di controllare i propri istinti.
- Altruismo: l’altruismo è utilizzato come mezzo per affrontare le proprie ansie e sofferenze concentrandosi sul benessere degli altri. Questo meccanismo è volto ad evitare o ridurre il proprio disagio. Es. muore un familiare e io costruisco un ospedale spostando l’attenzione dal dolore del lutto al dolore degli altri.
- Diniego: nel diniego la persona nega la realtà o le sue esperienze dolorose, rifiutando di accettare la verità perché troppo minacciosa. Es. “non è mai successo” “non è vero” per proteggersi emotivamente dalla realtà scomoda.
- Intellettualizzazione: l’individuo utilizza l’intellettualizzazione quando pensa in modo razionale e analitico per affrontare situazioni emotive. Questo permette di affrontare le esperienza attraverso il pensiero astratto e senza farsi coinvolgere emotivamente. Es. analizzo le ragioni della mia rottura col fidanzato invece che affrontare il dolore emotivo e la perdita.
- Evitamento: l’evitamento viene usato quando si vuole fuggire o negare la situazione o pensieri che sono percepiti come minacciosi o angoscianti. Es. una persona può evitare i conflitti per paura di discussione difficile e per evitare l’ansia associata.
I meccanismi di difesa rappresentano strategie psicologiche usate inconsciamente dalle persone per gestire lo stress, l’ansia ed emozioni che non riescono a gestire. Questi meccanismi forniscono una protezione psicologica ma possono anche se usate eccessivamente portare a limitare la crescita personale e le capacità di affrontare efficacemente le sfide emotive.
Le misure difensive connesse all’angoscia del reale, anche dette nevrosi infantili, derivano dall’inefficienza del bambino a far fronte al rapporto col mondo esterno. Le misure difensive contro la forza delle pulsioni, invece, sono connesse alla funzione dell’Io stesso. In questo caso l’io tenta continuamente di difendersi dall’invasione di “elementi oscuri”.
Il lavoro terapeutico e la prevenzione della psicopatologia secondo Anna Freud
Secondo Anna le sedute di terapia dovevano configurarsi come un’analisi profonda delle difese psichiche dell’individuo. Lo scopo del paziente è quello di riappropriarsi dell’Io, attraverso per prima cosa il rafforzamento dell’Io per prevenire la frammentazione psicotica e in seguito attraverso l’esplorazione di contenuti inconsci dell’Es.
Il processo terapeutico, quindi, deve passare attraverso la comprensione dei meccanismi di difesa dell’individui e sulla rielaborazione delle esperienze passate in modo tale da favorire una maggiore consapevolezza e integrazione psichica.
Secondo Anna Freud la prevenzione della psicopatologia è un elemento cruciale nello sviluppo del bambino. Sostiene infatti che lavorare sullo sviluppo sano del bambino possa fungere come fattore di protezione per le nevrosi. Avvia una carriera di insegnamento della pedagogia psicoanalista preventiva. Ben presto però si rende conto di essere stata troppo ottimista riguardo alla possibilità di creare una pedagogia psicoanalitica preventiva.
L’osservazione diretta del bambino
Secondo A. Freud uno dei più importanti strumenti di analisi per il contesto infantili è l’osservazione diretta del bambino. Soprattutto in contesti dove i bambini sono privi di cure familiari. Questa osservazione permette di studiare sia aspetti di normalità che quelli patologici del bambino. Inoltre, è un valido strumento per osservare il processo evolutivo del bambino.
Linee evolutive
Ogni bambino passa attraverso un percorso evolutivo caratterizzato da diverse tappe fondamentali che riflettono la crescita psicologica e sociale. Le linee evolutive ci forniscono un quadro dello sviluppo normotopico dei bambini e dei passaggi cruciali.
- Passaggio dall’egocentrismo alla socievolezza: nella fase dell’egocentrismo i bambini si focalizzano principalmente su sé stessi. Il passaggio verso la socievolezza potrebbe rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo socio-emotivo.
- Passaggio dal gioco autoerotico a giocare con gli oggetti: il gioco autoerotico permette ai bambini di esplorare il proprio corpo attraverso il gioco. Con il tempo poi si passa alla capacità di interagire con gli oggetti circostanti. Questo passaggio rappresenta la crescente consapevolezza del mondo esterno e delle relazioni con gli altri.
- Passaggio dall’attività di gioco all’impegno nel lavoro: il gioco funge da precursore per l’impegno nel lavoro e verso una maggiore responsabilità. Il bambino in questo passaggio coprende il concetto di dovere e di impegno sviluppando abilità sociali.
- Indipendenza fisica e passaggio dall’allattamento all’alimentazione: il primo passaggio all’indipendenza fisica è la transizione dall’allattamento a una dieta solida. Questo permette di instaurarsi di dinamiche di fiducia e autonomia tra madre e bambino.
- Acquisizione del controllo sfinterico: il passaggio del controllo sfinterico quindi fare i propri bisogni sul vasino, contribuisce all’adattamento fisico. Non solo, ha anche implicazioni significative sul piano emotivo e sociale.
- Conquista della responsabilità verso l’integrità e la salute del proprio corpo: questo passaggio implica la consapevolezza della gestione delle necessità fisiche, ma anche un progressivo riconoscimento tra benessere fisico e psicologico.
Questi passaggi dall’età infantile all’età adulta riflettono sia lo sviluppo fisico ma anche la formazione di competenze sociali, emozionali e cognitive che renderanno il bambino un adulto formato.
Anna Freud teorie: profilo diagnostico
Per intervenire in psicoanalisi bisogno stilare un profilo diagnostico dell’individuo. L’analisi dovrebbe considerare sia aspetti della personalità del bambino ma anche l’ambiente che lo circonda.
- Motivazione della segnalazione: capire quali sono le ragione della consultazione psicologica. Questo può aiutare ad acquisire maggiori informazioni e indizi preziosi sulle dinamiche familiare e sulle preoccupazioni relative al bambino.
- Descrizione del bambino: quali sono le caratteristiche psicologiche e fisiche del bambino aiuta a capire meglio quali possono essere le difficoltà che quel bambino sta sperimentando.
- Ambiente personale e storia personale: capire quali sono stati gli eventi significativi, le dinamiche familiari e le esperienze passate, è importante perché possono aver avuto un impatto profondo sullo sviluppo psicologico del bambino.
- Influenze ambientali significative: relazioni famigliari, cambiamenti significativi, eventi traumatici o altre esperienze possono contribuire a costruire il mondo emotivo del bambino, per questo è importante indagarle.
- Valutazione dello sviluppo:
- Libido: esplorare l’energia psichica e le pulsione è importante per comprendere la motivazione e le dinamiche affettive del bambino.
- Aggressività: l’aggressività fornisce informazioni importanti sulle dinamiche familiari. In particolare, bisogna analizzare la quantità, la qualità e la direzione (verso di sé o verso l’oggetto) dell’aggressività.
- Funzioni dell’io: per comprendere le capacità cognitive e la maturazione psicologica è importate analizzare la memoria, l’esame di realtà e il linguaggio.
- Sviluppo del super-io: per capire quali norme e valori il bambino ha interiorizzato bisogna valutare la severità, la rigidità e l’indulgenza del super-io.
- Valutazione delle caratteristiche generali:
- Tolleranza alla frustrazione: la tolleranza alla frustrazione è un buon indicatore di adattabilità emotiva.
- Capacità di sublimazione: è la capacità di trasformare l’energia psichica in attività socialmente accettabili. Questa capacità è un importante indicatore della creatività e dell’adattamento. Es. pulsione di voler far a pezzi la gente, fa il chirurgo.
- Gestione dell’ansia: può dare indicazioni sul suo stile emotivo e sulle strategie di coping che adotta.
- Rapporto tra forze evolutive progressive e tendenze regressive: può aiutare a capire perché ci sono certi blocchi o ostacoli nel percorso evolutivo del bambino.
Questi aspetti servono ad individuare le caratteristiche più rilevanti del bambino e delle dinamiche familiare in modo da imbastire una terapia psicoanalitica efficace.