Barbie: analisi psicologica del film

Tutti noi o quasi tutti abbiamo visto il film Barbie. Un film che si dice essere uno dei film dell’anno 2023. Di analisi sociologiche del film ne sono state fatte molteplici. Noi vorremmo proporvi invece un’analisi psicologica del film Barbie. Sappiamo tutti come questo film abbia voluto mettere in luce le disparità di genere che ancora possiamo notare per strada, a lavoro, tra le parole dei nostri cari e in tutta la società in generale.

Importante è citare l’autrice di questo film campione di incassi Greta Gerwig che col suo talento ha saputo dare non solo una lettura sociologica della società ma anche una visione psicologica delle persone.

Barbie: analisi psicologica del film e la scoperta dell’identità

Sin dall’inizio del film viene mostrata l’immagine di una bambina, che riesce a sognare solo un futuro in cui è madre, in cui stira e in cui non lavora. Questa bambina viene poi alla scoperta di barbie. Barbie è una bambola bellissima che lavora e che promuove l’empowerment femminile, ma che promuove anche standard di bellezza inarrivabili. Le bambine cominciano così a prendere Barbie come modello. Qui possiamo vedere la prima crescita. Da voler essere madre e basta, la bambina decide che da grande vuole essere come Barbie. La seconda trasformazione che possiamo vedere nel film è quando Barbie, attraverso lunghe lotte interiori, si trasforma da bambola a umana. Questa trasformazione da bambina a barbie essere umana, rappresenta proprio il percorso di scoperta di sé e della propria identità.

Questo processo non si manifesta solo durante il nostro sviluppo, ma ogni volta che una parte di noi cambia, si flette e diventa qualcosa di nuovo. Questo processo è mostrato molto bene dall’inizio alla fine del film.

Da notare infatti che all’inizio le bambine giocano con più bambole (hanno molta scelta). Quando cresciamo abbiamo più scelta e siamo più disorientati, perché  non sappiamo ancora chi siamo. attraverso continue prove e difficoltà riconosciamo e scegliamo il nostro vero sé ovvero chi vogliamo essere, l’immagine che ci definisce in quel momento.

Ma è così facile questo processo? come vediamo anche nel film, questo è un processo lungo che porta contraddizioni (Credenze sul mondo reale- mondo reale). Nel processo di crescita infatti abbiamo bisogno di sperimentare tutte le sfumature e le contrapposizioni che incontriamo nella strada, per poi poter scegliere la più giusta per noi. Dobbiamo sperimentare il mondo reale e anche quello delle bambole per capire quale ci definisce meglio. Bisogna sviluppare tutte le parti del sé, tutte le possibilità, ma solo alla fine quando le si sperimenta tutte si riesce a capire quale veramente ci definisce e da qui inizia il processo di individuazione.

Quando si riconosce la parte di sé che ci appartiene inizia il nuovo processo. cosa ci faccio con questa nuova parte di me? come posso utilizzarla? la risposta a queste domande ci porta ad una matura consapevolezza di chi siamo e alla costruzione di un’identità integrata.

Barbie: analisi psicologica del film e paura della morte

La morte mette fine a tutto, ma è anche qualcosa di misterioso. Ci domandiamo cosa ci sia dopo la morte. Proprio Barbie nel film viene toccata da questi pensieri, che vengono eclissati da un mondo di perfezione. Tuttavia, questi pensieri sono importanti. Sapere che c’è un punto, un finale ci motiva a vivere la vita a pieno e a non sprecare il tempo che abbiamo. Ci permette di chiederci cosa vogliamo fare con questo tempo che abbiamo a disposizione.

Soprattutto, aiuta a vivere nel momento presente. Senza sprecare attimi preziosi a rimuginare sul passato e a perdersi nella lunga lista di preoccupazioni sul futuro.

Uscire dalla confort zone

ciò che viene mostrato nel film è proprio come il cambiamento faccia paura, ma anche come la rigidità ad esso ci porti a rimanere nell’ignoranza. Barbie pensava di essere l’eroina della terra e fin quando non è uscita dal suo mondo perfetto è rimasta nell’ignoranza del suo ruolo nel malessere dei bambini. Uscire dalla confort zone può essere una spinta alla conoscenza e ad una ridefinizione di noi stesse.

Dissonanza cognitiva

La dissonanza cognitiva è un processo di elaborazione che porta a percepire un forte contrasto di idee, conoscenze percezione di sé, degli altri e anche del mondo (Barbieland e mondo reale). Queste dissonanze sono mostrate molto bene dalle celebri battute di America Ferrera. Se rileviamo una dissonanza tra le nostre credenze e il mondo reale questo può portarci a provare malessere e disagio. Questo disagio può però attivare in noi una motivazione alla ricerca della coerenza interna, scoprendo nuove parti di noi.

Vera lettura psicologica

Non c’è una lettura univoca del film. ognuno di noi inconsciamente attribuisce i propri significati e gli dà il valore che vuole. ogni personaggio del film è una parte di noi che ci manda un messaggio, una parte della nostra psiche. questo messaggio è naturalmente diverso da persona a persona e per questo la lettura psicologica di questo film e di come l’abbiamo interpretato ci può aiutare a conoscerci meglio.

Bibliografia

MEZZANOTTE, M. (2023) il vero significato del film barbie (dal punto di vista psicologico e inconscio), YOUTUBE. Available at: https://www.youtube.com/watch?v=2CpJ9SoN_vI (Accessed: 2023).

Vicinanza, S. (2023) Barbie: Una lettura psicologica del film, Unobravo. Available at: https://www.unobravo.com/post/barbie-una-lettura-psicologica-del-film#strongda-barbieland-alla-vita-reale-la-morte-ci-riporta-con-i-piedi-per-terranbspstrong (Accessed: 28 August 2023).

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