EMDR

Secondo la teoria alla base della tecnica dell’EMDR, alcuni eventi negativi, angoscianti o traumatici sembrano essere troppo pesanti per il sistema di elaborazione delle informazioni. Questi eventi non riescono ad essere assimilati e quindi portare ad una crescita dell’individuo e ad un’integrazione dell’evento nella storia autobiografica.

Le memorie nell’EMDR

Queste memorie che non riescono ad essere integrate possono contenere:

  • Emozioni disturbanti
  • Sensazioni fisiche
  • Prospettive vissute

Possono essere:

  • Traumi significativi
  • Eventi negativi quotidiani (es. umiliazioni, rifiuti, fallimenti…)

Essendo tali informazioni scomode per la nostra coscienza esse non vengono integrate nella memoria, ma vengono bensì memorizza e isolate, in modo che non possano avere effetto sulla nostra vita.

Tuttavia, per quanto queste memorie sono isolate, a volte ci sono alcune sensazioni fisiche, cognitive, emotive o somatico che possono ricollegarci a quella memoria, portando alla luce queste memorie e un conseguente comportamento disadattivo o sintomatico.

Conseguenze della memoria isolata

Secondo questo modello i ricordi memorizzati in modo disfunzionale portano a:

  • Credenze negative su sé stessi (“non sono in grado di fare niente”)
  • Reazioni emotive negative (“paura esagerata”)
  • Reazioni somatiche negative (“bruciore di stomaca in presenza di un evento potenzialmente pericoloso”)

Questi eventi passati non essendo stati elaborati, tendono ad attivarsi nel momento presente.

In una sessione EMDR

In questa terapia vengono seguiti delle procedure e dei protocolli che permettono al clinico di accedere alla memoria che è stata isolata e che implica una difficoltà nel presente. Queste procedure si concentrano sulla stimolazione bilaterale, ovvero la stimolazione dei due emisferi attraverso il movimento oculare, la stimolazione tattile o uditiva. Per esempio, faccio guardare la mano che si muove da destra a sinistra, o tocco le mani del paziente prima destra e poi sinistra, o presente un suono prima all’orecchio sinistro e poi all’orecchio destro.

L’obbiettivo è di elaborare quei vissuti isolati. Attraverso una rapida stimolazione delle connessioni intrapsichiche, attuata all’emergere di emozioni, intuizioni, sensazioni e ricordi.

Attraverso la stimolazione bilaterale si riuscirebbe quindi a collegare questi eventi alle informazioni che consentono al cliente di progredire nei livelli di responsabilità appropriati, sicurezza nel presente e la disponibilità di scelte future.

Questo processo permetterà al cliente di percepirsi in una nuova prospettiva più adattiva, e senza essere influenzato dall’evento negativo.

Fasi EMDR

  1. Storia del cliente: punti di forza e difficoltà attuali e i relativi eventi passati collegati e pianificazione del trattamento
  2. Preparazione all’elaborazione: relazione terapeutica, spiegazione del processo, insegnamento delle tecniche auto-calmanti, per aiutare la consapevolezza
  3. Valutazione: identificazione dei dettagli, le credenze negative e quelle positive desiderate, le emozioni e le sensazioni fisiche che prova
  4. Desensibilizzazione: clinico guida l’elaborazione, che consiste nel cambiamento delle informazioni sensoriali, cognitive, emotive e somatiche
  5. Installazione: identificazione dell’autostima desiderata in relazione alla memoria in modo da rafforzarla
  6. Corpo: identificazione di sensazioni somatiche residue in modo da risolverle
  7. Chiusura: dà riscontro sulla sessione e se necessario tecniche di rilassamento
  8. Rivalutazione: all’inizio della sessione successiva ci si concentra sugli effetti del trattamento

Teorie di riconsolidamento

Secondo questa teoria quando si accede ad una memoria, questa diventa labile e può essere cambiata (ogni volta che ricordo l’evento i buchi vengono riempiti o informazioni non ben ricordate vengono cambiate). L’EMDR, può attivare questo meccanismo e permettere di costruire nuove associazioni.

L’allineamento dei componenti della memoria

Questa procedura può aiutare ad integrare diversi aspetti dell’evento negativo, riconnettendo parti dell’esperienza che viste insieme possono aiutare una narrazione più coerente dell’esperienza.

Stimolazione bilaterale

La stimolazione bilaterale funziona nella desensibilizzazione del trauma in quanto va ad agire sulle sinapsi tra collicolo superiore (mediatore della paura) talamo e amigdala.

Il trauma viene consolidato nelle reti neurali dell’amigdala e questo processo va ad interferire proprio con queste reti neurali, formandone delle nuove a livello del collicolo superiore e del talamo. Tutto questo processo porta ad un’inibizione dell’amigdala.

Si ipotizza che la stimolazione bilaterale aiuti il trauma in quanto:

  1. La connessione tra i due emisferi favorisce il recupero e l’elaborazione della memorie
  2. Concentrandosi sul compito dato dalla stimolazione, ci distanziamo dall’esperienza traumatica

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