Aspettative

Le aspettative che una persona ha verso sé stesso, le altre persone, il mondo che lo circonda e anche verso il futuro possono influenzarne fortemente l’equilibrio psicologico. Molte aspettative vengono generate automaticamente nella mente. La nostra mente quindi attraverso diversi meccanismi crea delle previsioni su ciò che accadrà nel futuro.

“Le aspettative sono come un delicato pezzo di ceramica. Più le tieni strette, più è probabile che si rompano” -Brandon Sanderson

La sociologia e la psicologia sociale specificano l’importanza delle aspettative nelle relazioni umane: pensiamo per esempio all’effetto Pigmalione, che si riferisce all’influenza che le aspettative altrui hanno sulle nostre prestazioni. Le nostre previsioni sono una valutazione contaminata dal ruolo sociale e da aspetti culturali. Ognuno di noi, quindi, ha un bagaglio di aspettative differenti a seconda del contesto e dell’interlocutore. Sono tanti gli elementi che influenzano un’aspettativa ma, essendo una stima fatta dall’uomo e una previsione sul futuro, dobbiamo essere consapevoli di come a volte questa valutazione sia soggetta ad errori.

Perché si hanno aspettative?

Nel confrontarci con le innumerevoli incertezze quotidiane, la nostra mente crea delle supposizioni relative a ciò che crediamo debba essere, in base a quanto ci hanno insegnato e abbiamo appreso. Le aspettative, quindi, permettono all’uomo di guardare al futuro e, di conseguenza, di prepararsi per ciò che verrà. La maggior parte delle nostre decisioni dipendono molto dall’esito di questo processo: infatti, a volte, un’aspettativa può essere limitante. Ad esempio, se la mia esperienza mi suggerisce che con un gruppo di amici non mi troverò a mio agio, nel presente sceglierò di non frequentare quel gruppo di amici, limitando la possibilità futura che questo possa cambiare.

Sebbene le aspettative possano essere degli strumenti molto utili per prepararci ad affrontare al meglio gli ostacoli, tali aspettative possono allontanarci dalla realtà e fallire nella loro funzione. Desideri, illusioni e credenze possono allontanarci dal nostro reale vissuto emotivo e dalla situazione. Questo può portarci a sentirci frustrati.

‍Quando le aspettative vengono deluse

Quando le aspettative vengono disattese frequentemente possiamo provare emozioni di delusione e frustrazione. Le emozioni negative che si possono provare in queste situazioni possono variare a seconda del livello di coinvolgimento emotivo e dell’importanza. Tanto più l’aspettativa è collegata ad un desiderio personale o ad un obbiettivo significativo tanto più l’emozione negativa è impattante.

Alcune delle emozioni che si possono sperimentare i queste situazioni sono:

Tali emozioni e sensazioni se provate con un’alta frequenza possono compromettere l’autostima della persona e di conseguenza portare ad una peggiore salute mentale.

Come lavorare sulle proprie aspettative

Lavorare sulle proprie aspettative è importante per lo sviluppo di una maggiore resistenza emotiva. Se stai leggendo questa sezione, la buona notizia è che sei sulla buona strada. Infatti, è proprio l’insoddisfazione provata che spinge le persone a prendere consapevolezza dei meccanismi disfunzionali che attuano e a sintonizzarsi sul presente per produrre un cambiamento. Attraverso un’analisi approfondita delle proprie aspettative e le loro conseguenze sulla propria salute si può iniziare a sgretolare le credenze irrealistiche.

Uno professionista può aiutarti in questo, ma proponiamo alcune domande che puoi porti per iniziare ad approcciati a questo:

  • Scrivi qual è la tua aspettativa
  • come è stata delusa
  • che conseguenze negative provoca
  • Quali sono le credenze o i pensieri che ti vengono in mente pensando a questa delusione
  • Ci possono essere altre spiegazioni per cui è accaduta questa cosa
  • chiediti se la tua aspettativa era basata su elementi concreti
  • ora lascia andare tutti i pensieri e focalizzati sul presente
  • ora che è successo cosa hai imparato da questa esperienza

Vivere senza aspettative

Vivere senza aspettative significa cambiare il nostro dialogo interiore. Significa dirsi “A me piacerebbe che andasse così, tuttavia so che potrebbe non accadere e potrei chiedermi se ho realmente bisogno che accada questa cosa”.

Dalle aspettative di una persona possiamo capire molto sul suo funzionamento. Ad esempio, aspettarsi di affrontare i problemi lavorativi eccellentemente può essere un espressione del bisogno di perfezione e di confermare di essere intelligenti, preparati ed efficienti. Aspettarsi che tutti ci trattino bene potrebbe esprimere il bisogno di sentirsi amabili e delle “brave” persone. Se le nostre aspettative costituiscono un cardine nucleare della nostra identità potrebbero essere particolarmente distruttive se deluse. Così il fallire a lavoro potrebbe voler dire che non sono intelligente e che se una persona mi risponde male non sono una brava persona e così via.

La paura del fallimento può aumentare le nostre aspettative verso noi stessi. Più ho paura più pretendo da me e più in teoria mi allontanerò dall’evento da evitare.

Pretese inflessibili

A volte poniamo le aspettative in termini di “pretese”, ciò comporta un’inflessibilità di esse. Questa rigidità di pensiero porta a sviluppare tendenze a pensieri di doverizzazione o dicotomici come: “io devo essere brillante” “gli altri devono comportarsi bene” “il mondo è buono”…

Questi sono tutti desideri che possono essere espressi, ma che se rigidi possono portare a frustrazione. Infatti è difficile che queste affermazioni si avverino sempre.

Il nostro sistema di attese va educato alla frustrazione. Il disagio va infatti interpretato con un significato evolutivo, ovvero ciò che ci porta al cambiamento. L’importanza va data al cambiamento. Se un’aspettativa non corrisponde alla realtà è importante riuscire ad adattarsi ad essa e ricalibrare le nostre pretese. Significa in sostanza essere flessibili.

Cosa succede nel nostro cervello

Nel cervello possiamo identificare due regioni che sono maggiormente legate alla funzione decisionale. Tali regioni sono:

  • talamo (ruolo centrale in tutto il processo decisionale)
  • corteccia insulare (si attiva dopo aver capito se la decisione presa è giusta o sbagliata)

Le connessioni che intercorrono tra le due regioni (talamo e corteccia insulare) sono responsabili sia del mantenimento sia della modifica della strategia di apprendimento decisionale.

Se le aspettative sono alte si tende a mantenere la strategia che si pensa possa portare verso il raggiungimento dell’obbiettivo. Questo meccanismo però può rallentare la capacità di adattamento e la possibilità di considerare nuove possibilità. La non corrispondenza tra aspettative e realtà in questo caso può portare a delusione e frustrazione.

Se invece le aspettative sono basse o incerte, c’è una maggiore propensione a cambiare la strategia durante il processo decisionale. Il cervello in queste situazioni è maggiormente attivo e coinvolto e di conseguenza più propenso a considerare nuove opzioni.

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