I disturbi del comportamento comprendono il disturbo esplosivo intermittente, della condotta e oppositivo-provocatorio. Questi disturbi sono caratterizzati da un modello persistente di difficoltà
- nell’accettare le regole,
- azioni aggressive innescate da situazioni di frustrazione
- comportamenti antisociali di varia gravità.
È importante distinguere tra aggressione “normale” e violenza, tenendo conto della fase di sviluppo, della reazione a situazioni difficili, della ricerca dell’attenzione e della necessità di autonomia. È necessario considerare le caratteristiche individuali del bambino, ma anche la capacità del contesto sociale di affrontare e contenere questi comportamenti.
Il comportamento/sintomo normale è transitorio, poco intenso, ristretto ad una zona di vita e senza ripercussioni sullo sviluppo. Il bambino ne parla con disinvoltura senza che vi sia evidente disfunzione familiare.
Se invece siamo in presenza di un disturbo, il comportamento/sintomo patologico è intenso, frequente e persistente durante tutto lo sviluppo, con una grave restrizione in varie aree dello sviluppo e in presenza di un ambiente patologico. Questi comportamenti sono inadeguati in relazione alla fase di sviluppo e spesso associati ad altri sintomi.
Categorie diagnostiche
I disturbi dirompenti del comportamento, del controllo degli impulsi e della condotta, possono essere suddivisi in diverse categorie diagnostiche, come:
- Comportamento oppositivo-provocatorio
- disturbo della condotta
- disturbo esplosivo intermittente
- disturbo antisociale di personalità
- piromania
- cleptomania
- comportamento dirompente, del controllo degli impulsi con un’altra specifica
- comportamento dirompente del controllo degli impulsi non specifica.
Disturbi della condotta
I disturbi della condotta sono caratterizzati da un pattern ricorrente di comportamento negativistico, ostile e impegnativo che provoca un deficit clinicamente significativo nell’operazione sociale, scolastica o lavorativa. La durata dei sintomi è superiore a 6 mesi. Questi disturbi sono più comuni nei maschi, ma la prevalenza diventa uguale dopo la pubertà.
Nei bambini c’è una forte prevalenza di questo disturbo e può essere considerata una forma attenuata o iniziale del disturbo oppositivo-provocatorio.
Disturbo oppositivo-provocatorio
Nel disturbo oppositivo-provocatorio vi è uno schema ripetitivo e persistente in cui non sono rispettati i diritti altrui e importanti regole o norme sociali proprie di quell’età dello sviluppo. Ha una durata maggiore a un anno e c’è una maggiore prevalenza maschile soprattutto negli adolescenti.
Eziopatogenesi
L’eziopatogenesi di questi disturbi ha una componente genetica, ma è anche influenzata dalle circostanze dell’ambiente in cui il bambino cresce. Ci sono fattori di rischio significativi come la disfunzione familiare, la presenza di malattie mentali dei genitori e il basso livello socio-economico. Le caratteristiche dell’ambiente familiare, come il tipo di cure parentali, le prime esperienze traumatiche, l’esposizione a violenze e abusi, e situazioni di elevata conflittualità familiare, possono influenzare lo sviluppo di questi disturbi.
Valutazione
La valutazione di tali disturbi richiede la raccolta di informazioni da diverse fonti e impostazioni. È importante considerare la forma transitoria o cronica dei sintomi, il numero e la gravità dei sintomi, nonché l’eventuale presenza di lesioni organiche o del sistema nervoso.
I disturbi del comportamento possono manifestarsi in associazione al PHDA, a disturbi dell’umore, abuso di sostanze, disturbo d’ansia, disabilità mentale e disturbo della personalità.