Donald Winnicott nato nel 1896 e morto nel 1971, è stato un importante psicoanalista britannico. È noto per le sue teorie innovative sullo sviluppo infantile e in particolare per le sue teorie sulla relazione madre-bambino.
Donald Winnicott nasce a fine dell’Ottocento da una famiglia benestante. Winnicot trascorre la vita ad esplorare i complessi legami tra il bambino e l’ambiente in cui vive. Questo gli ha permesso di delineare concetti chiave come la diade madre-bambino e lo spazio transizionale. In questo articolo andrà ad approfondire la vita di Winnicott e in particolare il contesto che ha plasmato le sue intuizione e descrivendo i contributi teorici che ne sono emersi e che hanno rivoluzionato la psicoanalisi infantile.
La vita di Donald Winnicott:
Donald fu l’ultimo di tre figli di una famiglia benestante. Fin da giovane Winnicot ha sperimentato la mancanza del padre, sempre poco presente e la depressione della madre che la rendeva meno disponibile nei suoi confronti. Questo suo contatto ravvicinato con la depressione della madre lo porta ad interessanti molto dei vissuti femminili. Questo suo rapporto con la madre ha portato a plasmare le sue teorie.
A quattordici anni viene mandato in collegio dove inizia gli studi nelle scienze naturali, seguendo le orme del padre. Diventato successivamente pediatra, inizia la sua carriera lavorando negli ospedali militari. La sua carriera continua sempre focalizzandosi sull’analisi e sull’aiuto delle famiglie svantaggiate. Questo lo ha portato a conoscere la psicoanalista Melanie Klein, che ha influenzato in maniera consistente la sua carriera e il suo approccio ai bambini e alle loro famiglie, seppur in maniera differente.
Il suo interesse per i vissuti femminili difficoltosi non si ferma alla sua vita professionale, ma anzi influenzerà molto anche la sua vita amorosa. Donald si sposò con una donna affetta da gravi disturbi psichiatrici. Con questa donna Winnicot non ebbe mai rapporti sessuali, ma anzi la loro relazione era una sorta di “accompagnamento emotivo” da parte di Winnicot nei confronti della moglie. Restarono insieme per ben 25 anni. Nel ’51 si sposa con un’altra donna e questa nuova relazione lo porta a scrivere molti saggi sulla sua pratica clinica.
Winnicot diventa l’unico psicoanalista femminile del tempo. Diventa lo psicoanalista per i bambini sfollati e questo gli permette di osservare da vicino le conseguenze della mancanza dei genitori.
Contributi teorici di Donald Winnicott:
Le teorie di Winnicott si focalizzano sul concetto di diade madre-bambino. Per Donald questa diade è una relazione indissolubile per corretto sviluppo infantile. La madre, attraverso la “preoccupazione materna primaria”, fornisce un ambiente che facilita una sorta di attenzione mentale e comportale della madre nei confronti del bambino. Questa condizione inizia già prima della nascita.
Questa preoccupazione materna primaria è descritta da Winnicot come uno stato di “malattia normale” che consente al bambino di integrare sensazioni, bisogni e desideri, attraverso la costruzione di un senso di onnipotenza soggettiva che dura fino ai primi mesi di vita.
Lo sviluppo del bambino attraverso l’onnipotenza soggettiva e la dipendenza relativa è modellata dal concetto di spazio transizionale. Questo spazio permette al bambino di sperimentare la realtà oggettiva senza perdere del tutto l’onnipotenza soggettiva, affidandosi all’oggetto transizionale (un peluche, una copertina), per superare la lontananza dalla madre.
Per Winnicott questo spazio potenziale è molto importante perché è quello che permette di sviluppare l’esperienza culturale e creativa.
Secondo le teorie gli aspetti fondamentali per lo sviluppo del bambino sono non solo il nutrimento tramite l’allattamento al seno, ma anche l’amore e la sensibilità materana verso gli aspetti personali del bambino. La mancanza dell’amore materno può infatti portare ad una scissione radicale del sé, creando un falso sé che affranto il mondo esterno in modo superficiale e non a contatto con il mondo interno.
L’esperienza di onnipotenza soggettiva secondo Donald Winnicott
La fase di onnipotenza soggettiva è un periodo in cui il bambino riesce a sperimentare il mondo e a comprenderlo attraverso la madre. In questa fase iniziale il bambino ha la credenza ingenua di essere il creatore del proprio universo. Questa sensazione di onnipotenza si sviluppa attraverso il soddisfacimento dei desideri e dei bisogni del bambino, la madre è infatti completamente a disposizioni di tali desideri e bisogni. Questa sensazione è però mediata dalla sensibilità della madre e da quanto è capace di capire e rispondere ai bisogni del bambino. Questa fase dura dai 3 ai 6 mesi di vita. Il bambino in questo periodo vive in uno stato di illusione e crede di poter creare gli oggetti che lui tanto desidera attraverso la propria volontà.
Il Ruolo della Madre e della Preoccupazione Materna Primaria
Che ruolo ha la madre nella fase di onnipotenza soggettiva? La madre in questa fase ha un ruolo cruciale e importantissimo. Grazie alla preoccupazione materna, la madre riesce ad entrare in contatto con la mente del bambino. Attraverso questa devozione la madre riesce a fornire al bambino l’ambiente necessario al sostegno del proprio sé. La madre riesce a rimandare al bambino ciò che avviene dentro di lui e ciò che avviene all’esterno permettendo al bambino di integrare diverse sensazioni, bisogni e desideri che riescono ad essere soddisfatti attraverso la madre.
La “preoccupazione materna primaria” è una sorta di “dissociazione transitoria”, ovvero uno stato mentale straordinario che permette ed è necessario per entrare in contatto con la mente del bambino. Questo stato permette un maggior coinvolgimento psichico, fisiologico e comportamentale della madre con il bambino. La madre inizia a sentirsi così già alla fine del terzo trimestre di gravidanza, quindi dopo nove mesi.
Il Soddisfacimento dei Desideri e la Sensibilità Materna
La madre riesce a soddisfare i desideri del bambino anche attraverso la sensibilità materna. In questa fase vi è un accudimento-manipolazione e la creazione di uno spazio sicuro per il bambino di attesa della crescita, chiamato Handling-holding. Questo periodo sostiene il senso di onnipotenza soggettiva. “holding” si riferisce alla capacità del caregiver di fornire un ambiente emotivo sufficientemente sicuro e accogliente, creando un senso di continuità e stabilità. “Handling” rappresenta la capacità della madre di soddisfare i bisogni fisici del bambino in modo attento e sensibile.
L’Emergenza del “Non Me” e la Dipendenza Relativa
La madre pian piano inizierà a dare sempre più spazio al bambino, ritraendosi gradualmente. Questo processo permette al bambino di percepire il distacco dalla madre. Questo vissuto del bambino mette in crisi l’onnipotenza soggettiva e il bambino inizia gradualmente a capire che i suoi desideri non sono onnipotenti e diventa consapevole della sua dipendenza dalla madre. Il bambino riconosce che esistono altre soggettività (“non me”) oltre alla proprie e che l’appagamento dei suoi desideri richiede una trattativa tra lui e l’altro. Questa fase è denominata da Winnicott “dipendenza relativa” e si estende dai 6 mesi ai 2 anni di vita del bambino.
L’Onnipotenza Soggettiva e la Dipendenza Relativa in Dialettica
Secondo Winnicott, l’onnipotenza soggettiva e la dipendenza relativa coesistono in un rapporto dialettico. Questo significa che queste esperienze non avvengono in manera sequenziale e lineare, dove ogni stadio sostituisce il precedente, ma piuttosto si alternano. L’onnipotenza soggettiva che viene vissuta nei primi mesi, in un secondo momenti viene vissuta assieme alla dipendenza relativa, introducendo progressivamente al bambino la consapevolezza della presenza e dell’assenza della madre.
Lo Spazio Transizionale e l’Oggetto Transizionale
Lo spazio transizionale è collocato tra l’onnipotenza soggettiva e la dipendenza relativa. Questo spazio è una dimensione intermedia tra la dimensione soggettiva che il bambino sente e quella oggettiva percepita. Lo spazio transizionale è essenziale per lo sviluppo psicologico del bambino. Questo spazio transizionale è rappresentato da un oggetto transizionale. L’oggetto transizionale può essere un orsetto di peluche, un lembo di tessuto o qualsiasi altro oggetto a cui il bambino attribuisca un significato speciale. Questo oggetto andrà a rappresentare un’estensione del sé. Questi oggetti permettono di ricordare la presenza della persona di cui si percepisce l’assenza, aiutando il bambino a comprendere la separazione e riconoscendo la realtà oggettiva.
Lo Spazio Potenziale tra Soggettività e Oggettività
Durante lo spazio transizionale tra la dimensione soggettiva e quella oggettivamente percepita, si può manifestare lo spazio potenziale. In questo spazio hanno luogo l’esperienza potenziale e il lavoro creativo. Il rapporto di fiducia tra madre e bambino permette l’esistenza di un’area di gioco intermedia, dove si sviluppa l’idea di gioco magico. Il gioco magico per Winnicott è un’esperienza infantile in cui il gioco è utilizzato come un modo per esplorare e dare significato al mondo che lo circonda. È la capacità del bambino di creare un mondo immaginare e di giocare in modo creativo. Costituisce la base per uno sviluppo sano e per la costruzione di una solida base emotiva. In questo spazio, il bambino ha la possibilità di esprimere il potenziale della sua personalità. Il gioco da solo si evolverà progressivamente fino a gioco e alla costruzione in gruppo.
Importanza dell’Amore Materno secondo Donald Winnicott
Per Winnicot il nutrimento, ma soprattutto l’amore materno sono cruciali per una corretta crescita del bambino. la sensibilità che la madre ha verso gli aspetti personali dell’esperienza del bambino è essenziale nel determinare lo sviluppo del bambino. Infatti, una carenza materna cronica, porta ad una scissione radicale del sé. La necessità prematura di affrontare il mondo esterno che proviene da fonti autentiche di desiderio porta ad una divisione del vero sé dal falso sé.
La Carenza Materna e la Formazione del Falso Sé secondo Donald Winnicott
Se la madre non è sufficientemente attenta alle esigenze del bambino, può non supportare adeguatamente l’onnipotenza soggettiva, portando ad una difficoltà nella formazione del vero sé del bambino, che non riuscirà a formarsi correttamente. La scissione del sé che si viene a creare porta al formarsi di due fronti. Da una parte il vero sé spinto da autentiche fonti di desiderio e significato e dall’altra il falso sé, ovvero il sé compiacente, nato dalla necessità prematura di affrontare il mondo esterno senza un sostegno materno adeguato. Se manca amore, il bambino non riesce a diventare autonomo.
“il bambino può essere nutrito senza amore, ma la mancanza di amore come gestione impersonale non può creare un nuovo e autonomo bambino umano” – cit. Donald Winnicott, 1971
Accettazione della Realtà attraverso il Supporto Materno
Il supporto materno verso l’onnipotenza soggettiva aiuta il bambino ad accettare gradualmente la realtà. il passaggio da onnipotenza soggettiva a dipendenza relativa permette al bambino di sentire che i suoi gesti sono reali e significativi, anche se devono essere negoziati con altri.
Conclusioni
Le teorie di Donald Winnicott hanno dato un importante contributi per la comprensione dello sviluppo infantile e della formazione del sé. La visione innovativa di winnicott e la creazione dei concetti di diade madre-bambino, lo spazio transizionale e l’importanza dell’amore materno, ha permesso di guardare allo sviluppo del bambino in un modo totalmente diverso. I suoi contributi teorici continuano tutt’ora ad influenzare la psicoanalisi contemporanea, sottolineando l’importanza delle prime relazioni nella formazione del sé e nel processo di crescita individuale.